Un Castagno da Record

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un castagno da record

IL CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI

Abbiamo un grande primato in Italia ma in pochi ne comprendono l’importanza!

Siamo nel comune di Sant’Alfio (Catania), alle pendici del vulcano Etna, dove sorge ormai da quasi 4000 anni il Castagno più grande e antico del panorama europeo

Una vera e propria opera monumentale della natura che testimonia circa quattro millenni di storia e, come un saggio anziano, veterano di mille avventure, potrebbe raccontare molteplici storie e leggende in cui è stato il protagonista. 

Celebrato nella letteratura italiana e straniera da autori come Jean Houel e Pietro Carrera e descritto come maestosa dimora “capace di ospitare nel suo interno trenta cavalli”. Nel 2008 l’UNESCO riconosce il Castagno dei Cento Cavalli come Monumento Messaggero di Pace e da allora migliaia di curiosi da tutto il mondo, ogni anno, decidono di visitare l’albero plurimillenario ed ascoltare le sue antiche storie.

La leggenda della Regina Giovanna

Il Castagno e La Regina Giovanna

Sono tante le leggende che raccontano di regine ed eremiti del XVI secolo che trovarono rifugio sotto l’immensa chioma del Castagno e all’interno del suo grande tronco cavo, durante il trascorrere di gelide notti e tempeste. Quella più popolare è l’avventura romantica (a dir poco) della Regina Giovanna d’Aragona: durante una battuta di caccia insieme ad un esercito di cento cavalieri e dame, nei pressi del Bosco di Carpineto, la regina fu sorpresa da un temporale che la costrinse al riparo proprio sotto i rami del colosso. Qui trascorse un’intera notte di in compagnia di uno o più amanti fra i cavalieri del suo esercito. Dopotutto, la regina Giovanna era nota per la sfrenata ricerca di relazioni amorose. 

Fu dunque grazie a questa storia, tramandata per secoli, che il Castagno di Sant’Alfio divenne simbolo di pace e fertilità, nonché “testimonianza della potenza generatrice della natura fecondante e, a sua volta fecondo e fruttifero, è rinomato universalmente per essere simbolo della forza della vita che nasce e sempre si rigenera” (Convegno Internazionale UNESCO per la Tutela dei Beni Ambientali, 2008).

Preservare e tutelare la Cultura del Castagno

Il Castagno dei Cento Cavalli è uno straordinario esempio di come sia importante preservare e tutelare il ripopolamento di questa preziosa risorsa. Il valore storico-culturale, rappresentato da questa icona, è un altro meraviglioso fattore che si aggiunge a quello biogeografico, morfologico per la qualità dell’essenza e, soprattutto, a quello commerciale-industriale della silvicoltura e della filiera del Castagno. E’ dunque nostro dovere divulgare e valorizzare la Cultura del Castagno italiano in quanto risorsa inestimabile del territorio, fonte di indiscutibile ricchezza considerando tutti i prodotti d’eccellenza che ne derivano, dal settore alimentare, dell’arredamento fino alla bio-ediliza.

Il taglio del Castagno

il taglio del castagno
il taglio del castagno

RITORNO ALLA MACCHIA

Siamo ad ottobre e come ogni anno riapre la stagione del taglio del Castagno.

Accendiamo i nostri mezzi per raggiungere la “macchia” (che in gergo sta ad indicare gli ettari di castagneti coltivati per la lavorazione del legno) dopo aver atteso il periodo di fermo che ricorre durante i mesi più caldi.

La natura ha ormai fatto il suo dovere. Le temperature miti, la buona terra e lo stesso sistema simbiotico hanno nutrito, cresciuto e coccolato la Castanea sativa (o Castagno Europeo)che si è arricchita di tutti i nutrienti necessari per sviluppare germogli forti e di conseguenza un legno molto più stabile e resistente.

Il bosco ceduo è appena entrato nel suo riposo vegetativo, che terminerà solo allo spuntare delle prime gemme primaverili, ed è pronto a regalarci la sua preziosa essenza. Quella ricchezza che verrà trasformata in struttura. Monumentale in natura come nella costruzione, ma per essere tale il Castagno deve essere rispettato sia nella sua forma originale che nella sua applicazione più importante.

bosco ceduo e riposo vegetativo - il taglio del castagno

Tempi e tagli vanno gestiti a regola d’arte. Sfruttare correttamente il bosco ceduo di Castagno significa osservare determinati turni ciclici, effettuare delle operazioni di disboscamento prima del taglio definitivo (generalmente due riduzioni) per una migliore rigenerazione delle piante ed eseguire tagli accurati per evitare il ristagno d’acqua nelle ceppaie.

Agire diversamente senza considerare il naturale ciclo riproduttivo degli alberi è estremamente dannoso per l’equilibrio dell’habitat locale come anche per la qualità stessa del legno, aumentando il rischio di malattie da fungo come il cancro corticale o il mal d’inchiostro e compromettendo così le sue capacità tecniche come la flessione, l’elasticità e la durabilità.

Rispettiamo quello che la natura ci chiede e la natura ci ricompenserà con i suoi migliori frutti.

Se vuoi sapere di più sulle caratteristiche tecniche del Castagno clicca QUI